L’Azadiractina, una risorsa per proteggere le colture

pomodoro
L’estratto possiede interessanti caratteristiche per la difesa dai fitofagi: afidi, aleurodidi, tripidi. In Italia due i formulati registrati

L’Azadiractina è una sostanza estratta dall’albero del neem (Azadirachta indica), tipica Meliacea del sub-continente indiano, nota da oltre 2000 anni per le sue singolari proprietà (insetticide, dentifrice, tonificanti, medicamentose, ecc.).
Spesso l’Azadiractina viene erroneamente identificata con l’olio di neem. In verità, essa rappresenta soltanto uno dei diversi componenti dell’olio di neem e più che ad un unico principio attivo va fatto riferimento ad un insieme di sostanze a spiccata attività insetticida, acaricida o fungicida, presenti nelle diverse parti della pianta e concentrate soprattutto nei semi e in misura più ridotta nelle foglie.
Limonoidi
Esse appartengono al gruppo chimico dei triperpenoidi o limonoidi (così chiamati perché il primo composto isolato era la limonina estratta nel 1841 dalla buccia degli agrumi) di cui la più famosa è l’azadiractina. Si tratterebbe in particolare di una miscela di 13 isomeri, tra i quali l’azadiractina A (quella che, in genere, viene titolata nelle formulazioni commerciali) è presente in misura più significativa. Altre sostanze dello stesso gruppo chimico sono contraddistinte da varie attività e modalità di azione (talvolta poco chiare) nei confronti degli insetti; tra queste sono note la salannina, il salannolo, la nimbina, il meliantrolo e altre molecole (ne sono state contate fino ad un centinaio), molte delle quali presenti sia nell’olio di Neem sia negli estratti; le differenze tra i due tipi di prodotti sono dovute al processo di produzione e di estrazione delle suddette sostanze. L’olio è ottenuto dalla spremitura meccanica dei semi; il contenuto in azadiractina ed altri limonoidi varia quindi con la qualità della materia prima e comunque la quantità di azadiractina A non è mai superiore allo 0,02-0,03 %. Infatti, le titolazioni in termini di principio attivo sono sempre variabili e spesso non garantiscono costanti risultati. Gli estratti estrinsecano probabilmente una maggiore attività insetticida, mentre gli oli, alla stregua di alcuni oli minerali, ad elevato dosaggio possono svolgere un’azione fungicida.
I formulati
Ciò deriva dal fatto che i formulati sono meglio “standardizzati” e presentano un contenuto minimo garantito di azadiractina A che si presume possa garantire un’azione più costante e regolare. Il loro processo produttivo è più elaborato e si compone di diverse fasi; inizia con la spremitura meccanica dei semi, seguita da una estrazione con solventi e da una o più concentrazioni che portano alla produzione di un estratto raffinato e alla sua formulazione finale. Da questo derivano prodotti che hanno un contenuto titolato, variabile in genere dall’1 al 5% di azadiractina A, secondo le esigenze del produttore. Vari fattori determinano l’esistenza di diversi tipi di formulati commerciali. A questo proposito è fondamentale la qualità della materia prima: le drupe per l’ottenimento dei semi devono essere raccolte al giusto grado di maturazione e con un elevato contenuto di principi attivi. Altrettanto importanti sono le modalità di estrazione; ogni società produttrice ha messo a punto, e a volte brevettato, una propria metodologia di estrazione, onde assicurare la maggiore quantità possibile della miscela di sostanze attive. Ogni prodotto possiede quindi le sue peculiarità e si differenzia dagli altri in conseguenza di un diverso processo estrattivo che permette una diversa concentrazione di azadiractina e degli altri limonoidi.
Meccanismo d’azione
L’azadiractina e gli altri limonoidi possiedono un’interessante attività insetticida, articolata con differenti meccanismi di azione, il principale dei quali consiste in un effetto chitino inibitore che si manifesta con un’azione juvenizzante simile a quella degli insetticidi Igr di sintesi, oltre alla repellenza e alla fagodeterrenza. L’azione chitino inibitrice si basa sul blocco dell’ecdisone, con alterazioni della muta che non permettono alla larva o alla neanide di formare la cuticola. In alcune specie fitofaghe, come la dorifora della patata, è stata anche accertata una riduzione della fecondità delle femmine adulte. Il prodotto non possiede quindi alcun effetto abbattente, agisce principalmente per ingestione e per contatto e possiede una comprovata attività sistemica, particolarmente interessante nelle applicazioni per fertirrigazione in quanto può essere traslocato senza impatto sulla fauna utile nella parte aerea della pianta. Gli estratti di Neem trovano impiego nel contenimento delle popolazioni di diverse specie nocive. Tra queste la più nota è l’afide grigio del melo Dysaphis plantaginea, alcuni Lepidotteri, come il fillocnistide Phyllocnistis citrella o il gelechide Tuta absoluta, diversi tripidi, aleurodidi, cicadellidi, qualche Dittero agromizide fillominatore e la dorifora della patata.
Le modalità di applicazione dipendono dalla struttura della popolazione del fitofago e dalla sua biologia. Così, per condizioni di popolazioni del fitofago costituite da individui coetanei può essere che un solo trattamento che colpisca forme giovanili risulti sufficiente e risolutivo. Viceversa, il controllo di specie nocive le cui popolazioni sono comunemente contraddistinte dalla sovrapposizione di più generazioni, come nel caso degli aleurodidi o dei tripidi, visto che l’attività insetticida si esercita contro gli stadi giovanili, pone la necessità di ripetere il trattamento due o tre volte a distanza di una o due settimane.
In coltura protetta
In coltura protetta può essere utilizzato in tutte le principali coltura a foglia (lattughe, radicchi, ecc) e da frutto (pomodoro, cetriolo, zucchino, melone, cocomero ecc), preferendo trattare sull’inizio delle infestazioni piuttosto che su condizioni di elevata presenza del fitofago; si pone così il prodotto nelle condizioni di esprimere al meglio le sue qualità.
L’azione su diversi fitofagi unita alla compatibiltà con l’attività degli organismi utili, ne fanno uno strumento importante per impostare razionali piani di difesa integrata. Ad esempio su pomodoro può essere proficuamente impiegato in strategie di controllo della presenza di Tuta absoluta, potendo contare su una parallela azione anche su afidi, minatrici fogliari, tripidi e aleurodidi
In Italia sono registrati due formulati a base di azadiractina A: uno all’1% di concentrazione (NeemAzal T/S, di Biogard) e uno al 2,4% (Oikos della Sipcam) con i relativi cloni., per cui occorre fare riferimento alle etichette dei differenti formulati per le dosi di impiego e le specifiche registrazioni all’uso. Nessun formulato a base di olio di neem risulta invece essere regolarmente registrato in Europa e conseguentemente nel nostro Paese.

L’Azadiractina, una risorsa per proteggere le colture - Ultima modifica: 2016-02-24T14:54:57+01:00 da Lucia Berti

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