Salubrità e sostenibilità

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Una corretta nutrizione può favorire una riduzione dell'impiego di agrofarmaci.
Le piante in equilibrio migliore affrontano con più forza i parassiti. Si abbattono i costi dei trattamenti e si riduce l’impatto ambientale

«La nutrizione delle piante può giocare un ruolo importante, in sinergia con gli agrofarmaci, nel rafforzamento delle strutture e, quindi, della capacità di difesa dai parassiti, soprattutto quelli tellurici».
Questa è la considerazione di Giuseppe Ceparano, della “Ceparano Consulting s.a.s.”, che svolge attività di consulenza manageriale presso Agriges s.r.l, importante realtà produttiva nel settore della nutrizione vegetale.
«Le esigenze dell’intera filiera produttiva agroalimentare sono quelle di rispondere adeguatamente ai consumatori riguardo alla salubrità delle produzioni. Proprio per questo la Gdo impone rigidi limiti al numero e alle quantità di residui presenti sui prodotti e una corretta nutrizione, in una visione olistica della conduzione delle coltivazioni, può favorire una riduzione dell’impiego di agrofarmaci, in particolare in prossimità della raccolta».
Evoluzione
Si evolve, quindi, il concetto di nutrizione e il campo di ricerca, negli ultimi anni, si è spostato verso lo studio dell’influenza esercitata dall’impiego di nutrienti anche riguardo alla metabolizzazione e alla degradazione dei residui.
«La corretta gestione della fertirrigazione passa attraverso lo studio e la conoscenza sia della fisiologia vegetale sia del substrato di coltivazione. Conoscere il pH del suolo, dell’acqua di irrigazione e della soluzione nutritiva consente di intervenire in maniera corretta per modificare le condizioni dell’ambiente tellurico a favore delle piante e, di conseguenza, a svantaggio dei patogeni».
Naturalmente, anche la tecnica di somministrazione della soluzione nutritiva gioca un ruolo fondamentale per garantire efficienza ed efficacia agli interventi fertirrigui.
«L’apporto della soluzione fertirrigua – spiega Ceparano – deve garantire la bagnatura dell’area esplorata dall’apparato radicale, evitando il dilavamento in falda che è ancor più rilevante quando i concimi hanno più elevata solubilità. Ciò è possibile se si conoscono perfettamente le caratteristiche del terreno in cui si opera in modo da gestire opportunamente dosi e tempi di bagnatura».

 

Leggi l’articolo completo su Colture Protette n. 4/2017  L’Edicola di Colture Protette

Salubrità e sostenibilità - Ultima modifica: 2017-04-05T10:23:20+02:00 da Lucia Berti

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